Vitale Barberis Canonico

Le straordinarie pecore “nuove” di Stolpen

Stolpen si vede da lontano. La Sassonia meridionale è dolcemente collinare e diventa ancora più ondulata verso la Svizzera Sassone, dove amene alture selvose la uniscono alla Boemia. Con Dresda alle spalle, puntando dritti verso est, si arriva sulla sommità di un colle. Appena oltre, il terreno si avvalla in un patchwork di campi coltivati, pascoli, filari di alberi e zone tenute a bosco. Laggiù, sulla cresta di un affioramento di basalto nero, sorge il castello di Stolpen e, ai piedi della rocca, l’antico villaggio.

Più a sud si trova Hohnstein, mentre a ovest si incontra Lohmen, verso Pirna, verso l’Elba che scorre placida diretta a Dresda, ad Amburgo, al suo lungo estuario sul Mare del Nord. Stolpen, Hohnstein, Lohmen: un triangolo di terra dominato da un maniero carico di secoli e di storia, un triangolo di terra con una sua storia speciale che, tuttavia, oggi non si percepisce più.

Pagine di un volume dell’archivio storico di Vitale Barberis Canonico con campioni di tessuto.

La variante sassone della pecora merino è nata in quel triangolo di terra. La Saxon Merino che tanto lustro laniero offre oggi al Sud dell’Australia e alla Tasmania ha le sue origini negli Schäferei, cioè gli allevamenti ovini di quelle piccole comunità rurali, tanto floride per agricoltura e pastorizia, quanto martoriate nel tempo da transiti di eserciti e battaglie che si studiano sui libri. A Stolpen fu sparato il primo colpo della Guerra di Sette Anni (1756-1763) che vide coinvolta tutta l’Europa tranne l’Italia che, per una volta, poté rimanere a guardare.

Il castello di Stolpen come appariva nel 1758 in un’incisione di Gustav Täubert del 1850 circa.

Alla fine di quel conflitto, la Sassonia era in ginocchio. Invasa e saccheggiata dalla Prussia di Federico il Grande, salvò la sua indipendenza a costo di danni ingenti. Fu così che, per risollevare l’economia agricola, il reggente del Principato di Sassonia, Francesco Saverio Wettin (1730-1806), mentre governava in nome e per conto del nipote, all’epoca minorenne, contrattò l’invio di un gregge di pecore merino direttamente dal gregge del re di Spagna, Carlo III. Nella primavera del 1765 i preziosi ovini, 92 montoni e 128 pecore (ma tali numeri sono incerti), furono imbarcati a Cadice. Li accompagnarono due pastori spagnoli Andreas Moreno e il suo aiutante, Manuel. Sbarcarono ad Amburgo e il 28 luglio erano a Dresda in bella mostra nei giardini del palazzo del principe elettore. Tre giorni dopo furono condotti a Stolpen dove presero dimora nel parco del maniero, il Thier Garten, e nella fattoria-castello di Gut Rennersdorf.

Quelle nuove presenze belanti distolsero l’attenzione della gente del posto dalla recente morte della loro compaesana più celebre di sempre. Il 31 marzo 1765, infatti, era passata a miglior vita Anna Constantia von Brockdorff, contessa di Cosel, nata a Stolpen nel 1680. Dopo essere stata l’amante del Principe Federico Augusto II il Forte, la bella e audace nobildonna cadde in disgrazia e fu rinchiusa in una torre del castello del villaggio avito dal 1716 fino alla fine dei suoi giorni. Quasi cinquant’anni di prigionia! La sua tomba si nota tra le mura sbrecciate della fortezza.

Tessuto storico dell'archivio.
Tessuto della collezione Vitale Barberis Canonico.

Le merino spagnole, accudite inizialmente ai due pastori iberici, furono distribuite anche a Hohnstein e a Lohmen, affidate ad allevatori locali che iniziarono subito a incrociarle con pecore locali. Gli arieti spagnoli fecero il loro dovere e coloro che avevano avuto in dono tanto i montoni quanto le pecore spagnole lasciarono ai posteri commenti entusiasti. Una testimonianza tra tante si trova nel volume Gesammleter Unterricht von Schaafen Und Schäfereyen: Zum Behuf der dabey vorkommenden ökonomischen, Policey- und Cameral-Geschäffte, (una raccolta di lezioni utili per i pastori di pecore) pubblicato a Lipsia nel 1766 da Carl August Geutebrück. Era appena trascorso un anno dall’arrivo degli ovini spagnoli e già i risultati erano sorprendenti. I montoni dell’Escorial si erano adattati egregiamente sotto i bastioni di Stolpen e avevano fatto il loro dovere. Il corrispondente delle Gesammleter Unterricht von Schaafen und Schäferenen era riuscito ad allevare 60 agnelli nati da maschi spagnoli e anche le pecore accoppiate a maschi sassoni avevano avuto prole. La progenie prometteva bene, con il vello fine e folto.

Il frontespizio del volume Gesammleter Unterricht von Schaafen und Schäferenen zum Behuf der dabey vorkommenden ökonomischen, Policey- und Cameral-Geschäffte edito a Lipsia nel 1766.

L’iniziativa di Francesco Saverio Wettin si stava dimostrando vincente. E il bello doveva ancora venire. Nel 1765 Eliza Forlong, la creatrice del destino australiano-tasmaniano della Saxon Merino, non era ancora nata. Visiterà la Sassonia solo a partire dal 1828 e da allora la razza iberico-sassone si svilupperà in maniera imprevedibile. Alla fine del 1765, i pastori di Stolpen, Hohnstein e Lohmen erano felici anche soltanto di riuscire a ripopolare i loro ovili saccheggiati dai prussiani, ma si erano accorti subito che i velli di quelle pecore “nuove”, chiamate “Elettorali” perché nate nell’Elettorato di Sassonia, erano straordinari e che la tosa di quei capi avrebbe reso loro molto di più che la loro macellazione.

Il castello di Stolpen visto da Albert Schiffner nel 1840 circa. Le pecore Saxon Merino brucano ai piedi della rocca.

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