Vitale Barberis Canonico

Lo stabilimento nuovo ha più di un secolo… – prima parte

In una storia plurisecolare come quella di Vitale Barberis Canonico non mancano le date fondamentali, le milestone di una straordinaria time line che si sviluppa dal 1663.

Uno di quei giorni memorabili è il 27 settembre 1908.

Una domenica speciale per l’azienda, un punto di svolta, un passaggio epocale non solo per la ditta, ma per l’intera comunità pratriverese.

Fino a quel giorno, i Barberis Canonico e, più precisamente, i due fratelli Giuseppe e Valerio, figli di Giovanni, avevano gestito l’opificio di famiglia (probabilmente ricavato da un preesistente mulino e riqualificato a fabbrica tessile), ovvero il caseggiato di foggia ottocentesca che si riconosce all’estrema sinistra della carta intestata della “Barberis Canonico Luigi e Guglielmo” datata tra il 1921 e il 1927. Oltre a quel fabbricato “protoindustriale”, Giuseppe e Valerio conducevano in locazione il cotonificio Piantino Celestino di Flecchia. A dire il vero, Valerio Barberis Canonico, indicato come “fabbricante”, pare avesse addirittura una ragione sociale sua propria. La corrispondenza commerciale del primissimo Novecento, in effetti, indica che a Pratrivero era attiva la filatura, mentre a Flecchia si trovavano i telai. Giuseppe, classe 1860, risiedeva nella “casa madre”, mentre a Valerio, di sedici anni più giovane, era affidata la “sede ausiliaria” di Flecchia.

Foto raffigurante la lettera del 1901 in cui Valerio Barberis Canonico “fabbricante” autorizzava ad negotia il fratello Giuseppe.

Copialettere di Valerio Barberis Canonico “fabbricante”: il 31 gennaio 1901, da Flecchia, autorizzava ad negotia il fratello Giuseppe.

Era evidente che, con tale configurazione senza sistemi né vie di rapida comunicazione (non c’era il telefono, tant’è che i due fratelli erano obbligati a scriversi vere e proprie lettere, e anche le strade erano ancora piuttosto approssimative), era difficile immaginare di sviluppare l’azienda. Così fu stabilito di impiantare uno stabilimento degno di questo nome, efficiente e moderno, accanto a quello “storico” di Pratrivero.

La nascita di quel sito produttivo è strettamente connessa con l’arrivo dell’energia elettrica nel Triverese, pochi anni prima. Non c’era abbastanza acqua in quella zona, né sufficiente caduta per generare la forza motrice idraulica sufficiente a mettere in moto le macchine dei Barberis Canonico nel loro nuovo lanificio.

Tessuto storico dell'archivio.
5.368/1
Dettagli
Foto raffigurante tessuto, codice 5.368/1
Tessuto della collezione Vitale Barberis Canonico.

L’entrata in esercizio dello stabilimento fu salutata con un entusiasmo tutto speciale, testimoniato dai giornali dell’epoca, perché non si trattò soltanto di una novità, quanto piuttosto di un esordio. Sì, perché mentre a Ponzone e a Trivero i Giletti e gli Zegna avevano già avviato i loro lanifici, a Pratriveno non ne esistevano ancora. Ragion per cui, doppia festa! E festa fu.

I festeggiamenti furono annunciati da “La Tribuna Biellese” del 24 settembre 1908.

La lodevole iniziativa avuta dal sig. Barberis Canonico Giuseppe di aprire in Pratrivero un grandioso stabilimento industriale: il vantaggio economico e commerciale che ne risenterà il paese ha voluto essere apprezzato dalla nostra buona popolazione. Un apposito Comitato s’è fatto promotore di un pranzo da offrirsi al sullodato industriale il giorno 27 corrente alle ore 1 e 1/2 in Pratrivero. Coloro che amano prender parte a così cordiale dimostrazione di stima mandino tosto la propria adesione al sig. Barberis Vignola Secondino.

Quella del lanificio Barberis Canonico era una grande opportunità. La gente di Pratrivero era consapevole di quali possibilità poteva offrire quella nuova fabbrica. Anche per coloro che lavoravano già altrove si prospettavano maggiore comodità, condizioni di lavoro migliori (d’altro canto, il titolare era uno del posto, no?), occasioni di apprendere processi produttivi differenti o di impratichirsi su macchinari più moderni di quelli che usavano di solito in altre aziende.

E come andarono le cose nel banchetto inaugurale? Lo scopriremo nella seconda parte.

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