Vitale Barberis Canonico

Lo stabilimento nuovo ha più di un secolo… – seconda parte

Da “il Biellese” di martedì 29 settembre 1908:

Domenica ebbe luogo il banchetto offerto all’industriale Barberis Canonico Giuseppe in occasione dell’apertura del nuovoa abbellimento. Più di 200 furono i commensali, in grande maggioranza operai, i quali appena si contenevano nel lungo salone. Alla tavola d’onore notiamo a fare corona al festeggiato l’avv. cav. Pipia consigliere provinciale, il cav. Aimone Sindaco di Masserano, il sig. Castelli, l’industriale Giletti Anselmo, il dottor Zanone, il signor Maron Jacolet Sindaco di Trivero […] ed una larga rappresentanza degli industriali della Valle Sessera e del Ponzone.

Ovviamente, quelli di Pratrivero c’erano tutti, dal medico condotto al parroco, dal farmacista e al direttore della banca più vicina… Coordinatore, chiamiamolo così, dell’incontro conviviale di quella domenica 27 settembre era Secondino Barberis Vignola, assessore comunale di Trivero. Purtroppo non fu possibile imbandire le mense sul posto, per mancanza di… materia prima. Adesso che c’era un lanificio, non c’era ancora un ristorante degno di questo nome. Un evento del genere non si poteva celebrare in una vinicola cooperativa o in una taverna qualsiasi. Così fu giocoforza predisporre a Valle Mosso.

Il pranzo, ammannito dal bravo cuoco Piantino Filiberto dell’Albergo Centrale di Valle Mosso, è servito in modo inappuntabile. Al dessert il signor Barberis Vignola Sencondino del Comitato organizzatore della festa legge le adesioni, fra cui notiamo quella dell’on. Rizzetti, del prof. Emanuele Sella e di molte personalità dell’industria biellese e della Valle Sesia. Quindi il medesimo signor Barberis [Vignola] pronuncia un bel discorso in cui accanto al nome del festeggiato ricorda gli alti meriti dell’industriale Giletti Anselmo e di quelli che onorano Pratrivero. Chiude invocando che venga presto quel giorno in cui tutti di nuovo abbiano a trovarsi a banchetto per festeggiare l’inaugurazione della famosa diagonale, la strada da cui Pratrivero riceverà la sua redenzione.
Foto raffigurante la stazione di Valle Mosso e l'Albergo Centrale ai tempi del banchetto per il nuovo stabilimento Barberis Canonico.

La stazione di Valle Mosso e l’Albergo Centrale ai tempi del banchetto per il nuovo stabilimento Barberis Canonico.

Quante cose in così poche parole! I grandi nomi, gli onori accortamente distribuiti per ribadire le gerarchie, l’allusione alla strada da aprire. Non c’era banchetto ufficiale durante il quale non fosse evidenziato un bisogno degli imprenditori che lo Stato non era ancora riuscito a soddisfare. In questo caso un tratto viario che avrebbe addirittura redento, ossia liberato da peccato dell’isolamento stradale un territorio che tanto si stava dimostrando dinamico e fattivo. Prese la parola l’industriale mossese Alfonso Picco, “il quale con parola elegante scioglie un inno alato all’armonia della festa, alla attività dei pratriveresi, all’industria biellese e alla grandezza della Patria”. E poi toccò a don Ercole Debernardi, il parroco. Il sacerdote sottolineò la fratellanza che univa quell’agape ed esaltò Pratrivero

L’umile paese, che dopo aver dato alle valli della Sessera, della Sesia e del Ponzone tanti campioni dell’industria, ha finalmente pensato a sé, ed ha fatto sorgere nel suo seno uno stabilimento. Enumera i vantaggi che da esso possono venire al paese. Porta un saluto cordiale agli operai di Pratrivero, bene augurando alla classe operaia, primo fattore del progresso dell’industria. Chiude il discorso, durato venti minuti, brindando all’avvenire di Pratrivero.
Tessuto storico dell'archivio.
6.5539/1
Dettagli
Foto raffigurante tessuto, codice 6.5539/1
Tessuto della collezione Vitale Barberis Canonico.

L’omelia di don Debernardi si era fatta notare, senza dubbio. Il farmacista Guelpa, capita l’antifona, fu brevissimo.

Si alza poi a parlare l’avv. cav. Pipia, consigliere provinciale, che pronuncia un opportuno discorso. Ho visto oggi, dice, che la costruzione della nuova strada è per Pratrivero opera di giustizia e vi dò la mia parola di amministratore e di galantuomo di adoperarmi con tutte le mie forze perchè il vostro desiderio sia appagato.

Umberto Pipia, professore all’Università di Genova e volto noto della politica non solo biellese, sapeva di toccare un nervo scoperto. Ma è sui nervi scoperti che si costruiva il consenso… Alla fine venne il turno di Giuseppe Barberis Canonico. Che non fosse un chiacchierone era notorio e la sua fama di uomo più di azioni che di orazioni non fu smentita. Pronunciò “brevi ma indovinate parole”. Probabilmente si limitò a ringraziare di cuore, ma con la mente già rivolta al giorno successivo, un lunedì, quando il lavoro avrebbe richiesto tutta la sua concentrazione. A maggior ragione con una fabbrica nuova da mandare avanti. Poco meno di duecento dipendenti, di cui 120 donne, che filavano, tessevano e, quasi sempre, tingevano cotone. In quel momento la lana non era la specialità della casa.

La banda musicale di Trivero tiene quindi concerto. La festa si protrae fino a tarda ora nella più cordiale armonia, quale può venire da animi mossi dai medesimi propositi. Una parola di lode va data al bravo Comitato, che seppe organizzare così bene la festa da assicurarle un esito così felice. Esso ha ben meritato del nostro paese dando a questi abitanti una scossa salutare, che li chiami allo studio e all’interessamento vivo dei propri bisogni, che son tanti ed impellenti.

Quel “Comitato” non meglio definito doveva essere una via di mezzo tra una pro loco e un comitato civico che operava per Pratrivero. Chissà che mirasse anche alla “secessione” da Trivero, magari in combutta con Ponzone… In ogni caso, l’inaugurazione dello stabilimento di Giuseppe Barberis Canonico era un’occasione importante per dimostrare di essere all’altezza della situazione.

Giuseppe Barberis Canonico, che all’epoca aveva quarantotto anni e che ne aveva ancora trenta da vivere, era rimasto solo. Suo fratello Valerio non c’era più. Che fine aveva fatto è ancora da stabilire. Nelle cronache di quel 27 settembre 1908 non compare mai.

I mesi e gli anni successivi furono momenti di grande attività. Il nuovo stabilimento fu fin da subito oggetto di migliorie e di incremento delle macchine e degli impianti. Ma anche questa è un’altra storia.

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