Vitale Barberis Canonico

Gli ultimi rilegatori francesi

Il titolo non è da interpretare in senso apocalittico o romanzesco. Non siamo al cospetto della fine di un settore artigianale nazionale e nemmeno di fronte alla copertina di un thriller storico alla Dan Brown. Ultimi sta per… gli ultimi a essere stati scoperti nei libroni dell’Archivio Vitale Barberis Canonico. Negli archivi accade spesso. Quando si crede di aver visto tutto, qualcosa o qualcuno salta fuori dalle pagine a contraddire gli archivisti e i ricercatori. Così è accaduto che, dopo averne individuata una mezza dozzina con la convinzione che fossero finiti, ecco che, dalle copertine dei campionari transalpini, altri nomi incrementano il novero della categoria. I nomi: Darras-Heumann, Durand, Hadamar-Oppenheim, Pézieux, Royer, Unsworth, Zoller, ma ce ne sono anche alcuni altri. Tutti parigini, o quasi. Una bella squadra, ma la lista è più corta di quanto sembra perché alcuni di loro, come si evince dal trait d’union, sono associati tra di loro o successori di altri, in una curiosa sequenza di relazioni reciproche.

Il primo in ordine alfabetico è anche quello più antico. Darras-Heumann, compare una volta soltanto tra i duemila e più volumi dell’archivio. Una rarità interessante che proviene direttamente dal 1865, epoca del campionario “Claude Frères” dedicato ai panni dell’autunno di quell’anno. Tessuti a disegno geometrico, ma dai colori sgargianti e dagli accostamenti piuttosto audaci, ma così si divaga… L’etichetta del rilegatore tramanda l’esistenza, al civico 15 di rue des Fossés-Montmartre (oggi rue d’Aboukir, e il toponimo non induca in errore, non si tratta del poetico quartiere di Montmartre, ma di una via a due passi dal Louvre), della “Papeterie Générale du Commerce”, premiata ditta attiva da tempo.

In occasione dell’Esposizione di Parigi del 1889, il giurì volle dare qualche ragguaglio sulla storia dell’azienda.

Cette maison a été fondée en 1824; M. Heumann en pris la suite en 1837 et M. Darras lui succéda en 1858. Elle a obtenu en 1862, à Londres, une mention honorable; une médaille de bronze, à Paris en 1867; une médaille d'argent à Paris en 1878. En 1879, M. Darras a pris le brevet d'une reliure mobile pour livres d'échantillons, et qui consiste dans l'application d'un clou spécial , dont la tige, une fois introduite, se sépare en deux parties qui viennent se rabattre contre les feuilles assemblées du papier ou du carton.

Altre invenzioni furono brevettate negli anni successivi. Una presenza di rilievo che aumenta il valore storico della collezione Vitale Barberis Canonico.

Dal campionario 137 “G/Automne / 1865”

Rue des Jeûneurs non è lontana dall’antica rue des Fossés-Montmartre, anzi fa parte di quella sorta di quartiere, delimitato anche dalle vie d’Uzés, Réaumur e du Sentier (poco distante anche rue de Paradis), che ospitava, a Parigi, i cartolai e i rilegatori, ma anche i produttori di campionari da spedire per corrispondenza agli abbonati. Le ditte più rinomate si trovavano in quell’area e sicuramente non era una coincidenza. Si trattava senz’altro di un’aggregazione corporativa. Gli artigiani di quel comparto stavano tutti vicini come succedeva a quelli di altri mestieri. In rue des Jeûneurs, al civico 30 (angolo rue Saint-Fiacre) c’era, già alla fine dell’Ottocento, la bottega di Henri Durand. Attorno al 1925 il laboratorio e il negozio erano già passati di mano a favore della casa Royer.

I Royer, con sede in boulevard Saint-Germain, avevano fondato la propria impresa nel 1866 e avevano ben figurato nelle varie esposizioni cui avevano preso parte. Inizialmente erano specializzati nella fabbricazione di materiale didattico, ma al momento di subentrare a Monsieur Durand avevano già sviluppato una convincente produzione cartotecnica, specialmente per quanto riguardava i campionari tessili. Nell’Archivio Vitale Barberis Canonico si contano tre campionari, tutti riferiti al biennio 1938-1939, realizzati per un ignoto lanificio francese (che presentava tessuti significativi, per quanto più ordinari e ordinati di quelli visibili sul “Claude Frères”, ma il periodo storico era decisamente diverso). Negli anni Sessanta del Novecento la ditta Royer era ancora in esercizio.

Dal campionario 424.
“Hiver / 1938 / Unis 3600 / Fies 49800”

All’inizio del Novecento, Maurice Marie Hadamar aveva la sua bottega al 34 di rue des Archives, nel pittoresco Marais. Un po’ discosto dagli altri suoi colleghi, ma a ben vedere si trattava soltanto di una ventina di minuti a piedi. Maurice Oppenheim, invece, al cambio di secolo era in rue de la Grande Truanderie, a pochi passi da Hadamar. Niente di cui stupirsi circa il fatto che i due si siano associati, già prima del 1908. Ma l’unione li indusse anche ad avvicinarsi al resto dei colleghi parigini, tant’è che gli “Établissements Maurice Oppenheim & Hadamar Réunis”, dei quali Maurice Hadamar divenne l’unico successore, erano al 18 di rue Réaumur. Nel 1925 la sede era ancora a quell’indirizzo. Nell’Archivio di Vitale Barberis Canonico si contano tredici volumi con la loro etichetta.

A qualche metro dai Royer, sempre in rue des Jeûneurs, ma qualche anno prima, ecco Jean Pézieux. L’archivio conserva un solo campionario, datato 1869 (raccolta “Claude Frères”) e ricco di tessuti autunnali per gilet, decisamente colorati. La storia del cartotecnico rilegatore Pézieux era iniziata ben prima. Con Balthazar Masson e Antoine Meillard, nel 1860, aveva comunicato al competente Ufficio Brevetti, l’invenzione, da parte di un certo Charles Stevens di un “new material for packing and other purposes, together with the apparatus used in the manufacture thereof”. Con gli stessi soci, qualche anno dopo, il medesimo Jean Pézieux (che allora risultava attivo a Lione) si fece notare per una nuova tipologia di carta impermeabile. Ma Monsieur Pézieux non era nuovo alle pratiche di brevetto, visto che vent’anni prima, nel 1840, aveva depositato un suo ritrovato “pour le collage, la mise en couleur, le glaçage et le gaufrage d’un bois papier”. All’epoca il suo laboratorio era in rue Bellefond, sempre nel solito quartiere. Tuttavia, quest’ultimo non era il Jean attestato nell’Archivio Vitale Barberis Canonico, bensì il padre, Alexandre Antoine, ovviamente anch’egli del mestiere. E, ancora a Lione, ci doveva essere un nonno Pézieux, a sua volta Jean, che offriva la sua arte e i suoi prodotti, ma anche collezioni di libri, alla clientela più scelta fin dal 1829.

Pézieux Dal campionario 138.
“GILETS / R Q / Tissus / Automne / 1869”

Gli ultimi due sono Unsworth e Zoller.

Attorno a Eugène Unsworth gravitano altre due ragioni sociali. La prima è la “Maison Sédille”, l’altra è la “Gamichon Frères et Bisshop” (scritto con due “s”…). L’indirizzo di riferimento è rue Saint Saveur (una parallela di rue Réaumur, ça va sans dire…), al civico 4. Cinque i campionari, tutti riconducibili alla solita premiata ditta “Claude Frères”, datati tra il 1886 e il 1904. I tessuti raccolti appaiono tanto ordinati nei disegni a quadri quanto vivaci nelle cromie. Charles Sédille aggiunge alla sua originaria bottega di rue de Cléry anche un nuovo negozio in rue Saint Saveur e un altro in rue du Paradis. Negli ultimi anni dell’Ottocento l’attività fu rilevata da Eugène Unsworth, evidentemente uno straniero che, con tutta probabilità, non seppe inserirsi nella “corporazione” parigini dei rilegatori. Tant’è che, non molti anni dopo, i fratelli Gamichon e Monsieur Bisshop arrivarono e acquistarono l’azienda e la portarono a un certo successo, soprattutto nel settore dei manifesti.

Ancora i “Claude Frères” furono i committenti della “Imprimerie A. Zoller” (ossia Zöller o Zoeller) che aveva sede in rue del Poissonnière 11 (praticamente all’angolo con rue des Jeûneurs). Dieci volumi, dal 1896 al 1901. I più recenti recano già sull’etichetta originale che ad Albert Zoller era succeduta la ditta “Simonnet & Fils”, che rimasero in attività per parecchi anni, anche pubblicando libri come editori e stampatori. Anche Herr Zoller era un forestiero, probabilmente di origini viennesi (una cartoleria e stamperia artistica, nonché litografia ed editrice di “chromos” (ovvero cromolitografie), Wilhelm Zoeller era in esercizio a Vienna alla fine dell’Ottocento) e questa sua condizione non deve averlo aiutato negli affari. C’è, però, una variante egiziana, cioè è possibile che lo stesso Albert Zoller, consapevole della scarsa fortuna avuta a Parigi, abbia tentato di averne di migliore al Cairo. In effetti, fin dal 1897, un cartolaio tipografo con quel nome aveva negozio in rue Chérif Pacha. Lo attesta l’autorevole “Indicateur Égyptien Administratif et Commercial” di quell’anno ed è remota la possibilità che si possa trattare di un omonimo.

Zoller Dal campionario 1522.
“G 1 2 3 / Classe 17 / Automne / 1901” – “Tweeds n° 1”

Definirli come “ultimi”, a questo punto, potrebbe risultare un atto di presunzione. Si possono considerare tali fino a nuovo ordine… Ma quando si tratta di archivi non ci sono certezze, ed è questo il bello! Quello che, invece, è certo è che l’Archivio Vitale Barberis Canonico rappresenta un giacimento di informazioni e di storie unico nel suo genere anche per quanto riguarda aspetti solo apparentemente secondari rispetto all’ambito squisitamente tessile. 

Tessuto storico dell'archivio.
Tessuto della collezione Vitale Barberis Canonico.
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