Per Vitale Barberis Canonico il 1936 è un annus mirabilis. Dopo il 1663, epoca della prima testimonianza di un Barberis (anzi, un Barbero) attivo in ambito tessile, il 1936 è il millesimo più importante. Si tratta, in effetti, del momento fondativo dell’attuale ragione sociale. Il 1936 fu l’anno centrale di un decennio intenso, difficile, tra ricorrenze e novità.
Era la primavera del 1931 e il decennio iniziò con una vittoria! “Nel pomeriggio di domenica, 26 corrente, ebbe luogo al campo sportivo Barberis Canonico una partita amichevole di calcio fra gli striscioni bianconeri del nostro circolo sportivo del Dopolavoro ed i granata dello Sport di Crevacuore. La partita si concluse con la vittoria dei nostri baldi giocatori, i quali segnarono quattro goals contro due segnati dagli ospiti, li gioco, ad onor del vero, risultò alquanto slegato da ambo le parti nel primo tempo. I nostri hanno dimostrata una lieve superiorità. Arbitrò il signor Jaconis Santino. Un numeroso e… chiassoso pubblico assistette alla partita”.
Erano gli anni successivi alla Grande Depressione del 1929 e l’Italia cercava di rimettersi in sesto con il “capitalismo di Stato”, con il protezionismo economico a vantaggio delle imprese nazionali, con la mitologia del Duce. Ma al di là della propaganda c’erano operai e imprenditori che dovevano lavorare, duramente, ogni giorno. E chi aveva di più, di norma, non si tirava indietro e dava di più.
Dal volume “No. 6 Fancies Winter, 1931 Pages 601 to 720”.
Ci si vestiva morbidi, in quel 1931 e negli anni appena successivi. L’abito della festa era marrone chiaro, e andava il blu. Nell’Archivio Storico ci sono affidabili testimonianze. Alcune “R” (che dovrebbero essere “references”) dei volumoni Fancies di quel periodo hanno i toni di Vitale Barberis Canonico di oggi. Disegnati in armatura, con discrezione, ma con gusto. Il nero non era mai proprio nero e il grigio non era triste. Gli inglesi prediligevano le linee verticali segnate dai filetti di seta. I francesi, invece, apprezzavano flanelle a quadri, simil tartan, multicolori.
Nel 1933, ai primi di febbraio, si scrisse che “in questi giorni si sono compiuti 50 anni di lieta unione, fra l’industriale signor Giuseppe Barberis Canonico, e la signora Adele Castelli; unione nata sotto buoni auspici, poiché da essa nacquero ben 10 figli, di cui otto ancora viventi. Di questi, sei sono capitani d’industria, e tengono alto il nome – ultrasecolare – della famiglia Barberis Canonico, dando lavoro a oltre 1000 operai. L’industriale Barberis Canonico Giuseppe fino a pochi anni fa, ha incrementato l’industria della lana nei suoi stabilimenti, seguendo le belle tradizioni della stessa famiglia”. Qualche settimana dopo il foglio fascista cittadino ritornò sull’argomento: “Cinquant’anni di matrimonio! È una data e nel tempo stesso un avvenimento caro e desiderato, che ha in se stesso un mondo di ricordi e suscita tenere e soavi emozioni. Ma per i signori coniugi Barberis Canonico è risultante di una vita di operosità intensa non disgiunta da una rettitudine e bontà particolare che li hanno resi benevisi ed amati non solo dai proprii operai, ma da tutta quanta la popolazione di Pratrivero e dintorni, che a loro, con tutta fiducia, ha sempre ricorso in ogni circostanza apprezzandone il tratto delicato e pieno di carità, i giudizi ed i pareri dati con serenità e col sodo desiderio innato di far del bene sempre ed ovunque. Questa caratteristica di bontà che riluce in ogni loro azione, non volle essere smentita in questa auspicata occasione. Il loro nobile cuore, sempre rivolto ad ogni opera di bene, ha votato che questa data delle nozze d’oro fosse segnata con i caratteri veramente d’oro della beneficenza, elargendo, fra altro, all’Ospedale la somma di £ 25.000 per l’intestazione d’un letto che la ricordi”.
L’Ospedale degli Infermi di Biella fotografata dall’aeroplano da Pietro Minoli negli anni Sessanta. All’epoca della donazione di Giuseppe Barberis Canonico il “Monoblocco” non esisteva ancora.
Nel 1934 era stata prorogata la società tra i due fratelli Oreste e Vitale almeno fino al 1938, ma il 31 dicembre 1935 il sodalizio era già in liquidazione. Il 4 maggio 1936, Oreste fondava la sua azienda in società con Antonio Barberis Conte. La vecchia ragione sociale, probabilmente, restava a Vitale e cambiava denominazione. Quando, il 13 giugno 1935, il segretario federale del PNF, cav. Piero Pozzo aveva visitato la ditta Oreste e Vitale Barberis Canonico, la divisione era, forse, già stata decisa. Tuttavia, l’ospite poté vedere l’impresa ancora unita “e nel salone imbandierato parlò ad oltre 300 operai dell’azione che il Regime svolge per il popolo con le leggi sociali e corporative; e con infinite opere di previdenza. Alla chiusa del discorso gli operai rinnovarono il saluto al Gerarca, che tanto ha a cuore gli interessi dei nostri lavoratori. I Camerati Barberis Canonico, elogiati da Piero Pozzo fornirono ancora notizie sull’andamento della azienda ed il Federale si complimentò con loro, per l’organizzazione della Fabbrica nei rapporti con le maestranze”.
Immagine raffigurante un documento relativo alla società fondata da Oreste e Vitale